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Luce Solare: effetti positivi e negativi

Dott. Giovanni Battista Speranza

La luce proveniente dal sole è energia elettromagnetica, lo spettro solare ha una lunghezza d'onda che varia da 200 a 1800 nanometri (nm). si distinguono tre diversi tipi di luce: quella visibile ad occhio nudo; quella infrarossa, invisibile e responsabile del senso di calore; quella ultravioletta che, con le sue diverse lunghezze d’onda, è capace di generare pigmentazione della cute.

Gli effetti della luce sull’organismo sono variabili, così come diversa è la modalità di assorbimento. La luce visibile (37%) non è pericolosa per la salute e non aggredisce la cute. Può provocare talvolta soltanto fastidiosi bagliori agli occhi con un senso momentaneo di accecamento. La luce è molto importante inoltre per la regolazione di alcune attività corporee come il ciclo sonno veglia, l’andamento circadiano degli ormoni e la stimolazione della produzione di serotonina, un importante neurotrasmettitore, con diverse funzioni soprattutto quelle sul comportamento.

I raggi infrarossi (60%): determinano soprattutto effetti termici, vengono riprodotti artificialmente ed usati a scopo terapeutico. Anche questi sono in gran parte assorbiti dall’atmosfera. La loro caratteristica più importante è la trasmissione di calore allo strato superficiale della pelle (strato corneo). Pertanto un eccessivo assorbimento può danneggiare la cute provocando ipertermia e sintomi che vanno dalla vasodilatazione alla disidratazione cutanea.

Le radiazioni ultraviolette possono determinare effetti sia positivi che negativi, concorrono nella sintesi della vit. D, sostanza necessaria allo sviluppo scheletrico ed in grado di proteggere le ossa da patologie quali il rachitismo, l’osteomalacia, l’osteoporosi. I raggi UV vengono utilizzati con grande vantaggio nella cura di patologie come psoriasi e dermatite atopica. Tra i possibili effetti negativi da ricordare: eritema solare da eccessiva e/o incongrua esposizione, macchie cutanee, invecchiamento cutaneo caratterizzato da rughe, solchi, cute anelastica, ma soprattutto patologie cutanee di tipo oncologico; va sottolineato il frequente riscontro di lesioni cheratosiche, con danno epiteliale, che rappresentano il primo

stadio di una possibile evoluzione oncologica di tipo carcinomatoso.

Le radiazioni ultraviolette (UV),caratterizzate da una lunghezza d’onda corta, si suddividono in UVC (200-290 nm), UVA (320-400 nm) e UVB (290-320 nm); presentano le seguenti caratteristiche:

  • UV-C (100-280 nm): fortunatamente non raggiungono la superficie terrestre perché vengono filtrate dall’ozono atmosferico, hanno una energia elevatissima. Negli ultimi decenni l’inquinamento atmosferico ha prodotto un all’allargamento del buco dell’ozono con il rischio che potremmo in futuro essere più facilmente esposti all’azione nociva di tali radiazioni.

  • UV-A (320-400 nm): sono i raggi meno energetici (l'energia è inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda), ma riescono a penetrare fino al derma dove possono danneggiare collagene ed elastina. Queste radiazioni UV-A stimolano il processo di maturazione della melanina presente nei melanosomi : tali radiazioni sono perciò responsabili della pigmentazione immediata della pelle, che compare già durante l'esposizione al sole e regredisce nell'arco di 2-3 ore . Essendo le radiazioni più penetranti, sono maggiormente correlabili alla formazione di tumori cutanei, al fotoaging, alla fotoimmunosoppressione ed ai fenomeni di fototossicità e fotoallergia.

  • UV-B (280-320 nm): sono le responsabili degli effetti immediati e visibili delle radiazioni solari sulla pelle perché stimolano la melanogenesi e procurano l’abbronzatura che prosegue anche dopo l’esposizione. Sono anche i raggi principalmente responsabili dei danni immediati, come ad esempio l'eritema cutaneo o la scottatura.

Quando la cute è esposta al sole si attivano i vari processi biologici di protezione, il nostro organismo è in grado di auto proteggersi attraverso vari meccanismi, principalmente: la melanina, l’acido uricanico e l’aumento di spessore del corneo

  • Lo strato corneo inizia ad ispessirsi (ipercheratosi) seguito ad un'aumentata mitosi delle cellule basali dell'epidermide, allo scopo di proteggere la pelle dalle radiazioni UV;

  • aumento del b-carotene a livello, una molecola antiossidante che agisce come neutralizzatore dei radicali liberi dell’ossigeno e come stabilizzatore di membrana;

  • viene attivata la sudorazione e con essa la produzione di acido urocanico, molecola derivante dalla deamminazione dell'istidina, in grado di assorbire i raggi UVA e di proteggere così la pelle.

  • vengono attivati gli enzimi superossido dismutasi (SOD) e glutatione perossidasi (GSH), quali scavenger delle forme reattive dell'ossigeno;

  • si attivano i meccanismi di riparazione e replicazione del DNA;

  • si attiva il principale meccanismo di auto-protezione dagli UV: la pigmentazione cioè l’abbronzatura.

Quando però l'esposizione è eccessiva, le risposte fisiologiche sono insufficienti e i raggi solari possono causare effetti dannosi. Il danno acuto più frequente è l’eritema acuto dovuto ad una vasodilatazione del microcircolo del derma papillare e alla produzione da parte dei cheratinociti di sostanze infiammatorie. Al contrario i danni ripetuti, a lungo tempo,da fotoesposizione, cioè il foto invecchiamento,sono:

  1. elastosi solare cute assottigliata, che perde la sua elasticità

  2. irregolare disposizione del pigmento melanico, da cui formazione di macchie pigmentarie

  3. perdita della capacità dei tessuti di trattenere acqua, da cui pelle ruvida, arida. Invecchiamento cutaneo, rughe profonde o le lentiggini solari

  4. alterazioni cellulari, come mutazioni: dalle cheratosi solari o attiniche fino ai tumori epiteliali. Si tratta di un'alterazione a carattere ipertrofico esclusiva della cute fotoesposta, con aspetti di disordine proliferativo che a seconda della mutazione genetica possono dare origine a neoplasia

Da un punto di vista istopatologico i danni più significativi si riscontrano a livello del derma dove i raggi UVA riescono a penetrare, le alterazioni si riscontrano sia a livello dei costituenti della matrice extracellulare sia delle cellule del derma. Il derma viene sovvertito , assume un colorito giallastro, aumenta di spessore e rende la pelle meno elastica e priva di tonicità. Le fibre del collagene sono degradate, c’è una grave deplezione delle proteine fibrillari ed una grave alterazione delle fibre elastiche sia nei componenti che nella forma tridimensionale. Ovviamente anche le cellule sono coinvolte in questo processo si verifica un aumento dei fibroblasti, istiociti e mastociti, quest’ultimi a loro volta secernono mediatori chimici dell’infiammazione che favoriscono la proliferazione dei fibroblasti. I melanociti si ritrovano dispersi lungo la membrana basale, i vasi sanguigni assumo un decorso più tortuoso ed appaiono più dilatati. La maggior parte di questi disordini sono da attribuire sia ad superiore produzione di radicali liberi, le specie reattive dell’ossigeno ( ROS ) indotte dagli UVA, sia a danni diretti sugli acidi nucleici: DNA ed RNA, provocati dagli UVB. Quest’ultimi sono maggiormente responsabili rispetto agli UVA, dell'insorgenza di neoplasie della pelle diverse dal melanoma : carcinomi baso-cellulari e spino cellulari.

Ultimamente sono stati acquisiti dati sui danni provocati direttamente dagli raggi UVA associati alla maggiore produzione di specie ossidanti i radicali liberi, che causano immunosoppressione, danno ossidativo del DNA, induzione di mutazioni specifiche in oncogeni: a questi fenomeni viene attribuito un ruolo diretto nella patogenesi del melanoma. E’ stato documentato che sono le esposizioni sporadiche nei primi anni di vita ad essere le più pericolose. I radicali liberi prodotti dai Raggi UVA, aggrediscono la struttura della membrana cellulare delle cellule basali dell’epidermide, provocano ossidazione degli amminoacidi di membrana, crossilinking lipide-lipide e lipide proteina,ponti disolfuro e scissione proteica, tutte queste reazioni alterano la permeabilità decretando così la morte cellulare ed i successivi precoci fenomeni di invecchiamento. Per tali motivi è necessario attuare una adeguata protezione a carico della cute e degli annessi cutanei.

Prevenzione: sono soprattutto raccomandazioni di ordine pratico:

  • usare creme solari con fattore di protezione solare (SPA) > 30 e resistenti all’acqua ed alla sera prima di coricarsi utilizzare prodotti oleocrema, che hanno un alto potere idratante, lenitivo ed antinfiammatorio ed antibatterico.

  • evitare l’esposizione solare nelle ore centrali della giornata (ore 10-14).

  • fare attenzione ai raggi riflessi del sole: neve, sabbia, acqua ecc

  • indossare indumenti protettivi: camicette, magliette, pantaloni, cappellini, portare sempre occhiali da sole con lenti certificate.

ATTENZIONE AGLI OCCHI: La prolungata esposizione degli occhi alla luce del sole, particolarmente alla luce ultravioletta intensa, può favorire la formazione di cataratte, mentre alti livelli di luce visibile ad alta energia possono essere legati alla degenerazione maculare dell’età avanzata.

  • garantire un apporto adeguato di vitamina D anche integrandola nella dieta

  • seguire una dieta ricca frutta e verdura. E’ opportuno aggiungere gli integratori alimentari con potere antiossidante. Le sostanze assunte per via orale sono finalizzate a proteggere le cellule ed il loro DNA dall’attacco dei “radicali liberi”.

  • evitare l’abbronzatura artificiale (lettini abbronzanti) per la cancerogenicità

  • fare un controllo annuale della cute e, in caso di lesioni sanguinanti e/o alterazioni di colore e forma consultare un dermatologo.

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